martedì 22 luglio 2014

. . . così proprio non va bene!

Ho acquistato un piccolo accessorio da bagno, un anello in ottone cromato adattato come porta asciugacapelli, prezzo 26.00€!

All'atto dell'installazione realizzo che lo stesso è stato: "Designed in Italy, made in China"!

E qui c'è qualcosa che proprio non va!

Insomma l'oggetto è stato progettato in Italia ma prodotto in Cina, fin qui nulla di strano, ma quello che non va è il prezzo pagato: è stato pagato un prezzo come se lo stesso oggetto fosse stato prodotto in Italia ovvero con tutte le restrizioni e costi di produzione che si hanno in un paese avanzato!

Si, posso affermare, senza ombra di smentita, che quell'oggetto prodotto in Cina ha un costo industriale primo, ovvero all'uscita della fabbrica, non superiore a 1 dollaro.

Ecco il vero problema della crisi industriale che stiamo vivendo e dell'insostenibile disoccupazione che riscontriamo.

I nostri industriali non producono più nel nostro paese ma in Cina o paesi similari con costi di produzione irrisori poi però pretendono di vendere ad un prezzo come se la merce fosse stata prodotta localmente incrementando in modo esponenziale i profitti.

Questo non funziona proprio e, nel lungo termine, distrugge completamente una qualunque sana economia industriale!

Questo processo deve cessare al più presto.
Nel nostro piccolo possiamo solo cercare di non comperare prodotti realizzati fuori dalla UE.
Possiamo, per esempio, adoperarci per creare via web una black list di marchi che opera come sopra descritto ed evitarli come la peste!

Per esempio qualche settimana fa mi sono rifiutato di acquistare un paio di jeans di una famosa griffe italiana perché gli stessi realizzati in Vietnam ma si pretendeva un prezzo di vendita come se gli stessi fossero stati prodotti, che ne so, a Sant'Egidio alla Vibrata.

Cari industriali italiani, andate a vendere i vostri prodotti nei paesi di produzione e non in Italia perché qui fra un po' avremo solo disoccupati senza soldi per comperare alcunché!


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