giovedì 21 agosto 2014

. . . violenza chiama violenza!

Questa semplice regola funziona dagli albori dell'umanità e non dovremmo più meravigliarci nel vederla applicata, con cronometrico tempismo, anche ai tempi nostri.

Orrore indescrivibile per l'esecuzione del giornalista americano James Wright Foley ma come non andare immediatamente con la mente alle atrocità perpetrate dagli americani sugli iracheni? Come dimenticare le stragi di Fallujia, l'uso di armi di distruzione di massa come il fosforo bianco e uranio arricchito che uccise decine di migliaia di persone innocenti tra mille atrocità, i cui effetti sono visibili ancora oggi tra la popolazione sopravvissuta?

Violenza chiama violenza, quindi perché meravigliarsi?

Agli americani che attaccarono militarmente l'Iraq, paese indipendente e sovrano, interessava solo il petrolio del sottosuolo. Un tesoro d'inestimabile valore in quanto stimato pari a 1/3 di tutte le risorse petrolifere del pianeta!
S'inventarono la storiella della detenzione di armi di distruzione di massa che non furono mai trovate. Ricordo la figura penosa del Segretario di Stato americano Colin Pawell che si presentò ad una seduta dell'ONU con una provetta piena di non so cosa, forse sue urine, per sostenere l'intervento militare.

Un'area volutamente destabilizzata dall'occidente quella dell'Iraq perché solo così le compagnie americane possono succhiare petrolio a volontà e a prezzi stracciati rubando la grande ricchezza del popolo iracheno!

Violenti e ladri gli americani, che si preparino al peggio quindi.

Violenza chiama violenza, sempre!






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