sabato 28 marzo 2015

. . . una segnalazione di Italia Nostra.

Sono quasi sempre concorde con le osservazioni fatte dalla locale sezione di Italia Nostra sulle brutture della nostra città e eventuali iniziative suggerite per superarle.

Questa volta però, in merito alla segnalazione  fatta sul Ponte di Cecco e relativa cascata, sono assolutamente in disaccordo. Segnalazione che, a mio modo di vedere, proviene anche da una scarsa conoscenza del monumento in esame.

Ci si lamenta del fatto che una parte dell'acqua del Castellano, all'altezza del suddetto ponte, viene convogliata ad un impianto di generazione idroelettrica situato all'interno del ex stabile Mulini e Pastifici privando la relativa cascata sotto il ponte di una buona parte dell'acqua.

Vorrei precisare che senza quella presa d'acqua, progettata e realizzata dell'Ing. Luigi Merli nella seconda metà del 800 per alimentare il suo mulino, la cascata non esisterebbe in quanto lo sbarramento fu creato per l'appunto.

Tale centrale idroelettrica fu una delle prime realizzate in Ascoli fornendo energia allo stabilimento ed anche a qualche utenza cittadina.

Il vero scempio ha avuto seguito invece all'interno dello stabilimento Mulini e Pastifici quando, alcuni decenni fa, fu rimosso l'originario impianto turbina/alternatore con uno più moderno.

Personalmente ho avuto il piacere di visitare l'impianto negli anni '60 quando era ancora operativo l'originario macchinario: un vero spettacolo e una vera chicca di archeologia industriale.

Quando sono venuto a conoscenza che quel gioiello turbina/alternatore tutto realizzato in ghisa fusa e con regolatore di Watt perfetamente funzionante era stato rimosso e rottamato come ferro vecchio mi sono sentito mancare e ho capito quale livello d'ignoranza regna in questa piccola città di provincia.

L'insieme della presa di acqua, dal canale di convogliamento e decantazione e la finale centrale idroelettrica sarebbe stata un unico e straordinario esempio di archeologia industriale da proporre al mondo intero.

Vorrei ricordare che l'impianto idroelettrico sull'Adda di Crespi d'Adda, costruito agli inizi del 900, al servizio di uno stabilimento tessile, è stato perfettamente conservato come archeologia industriale  e dal 1995 è annoverato come patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
Noi, un impianto equivalente, più antico ed incastonato in una struttura del 500, lo abbiamo rottamato!
Ecco la misura delle nostre capacità di salvaguardare e valorizzare le nostre risorse storiche artistiche, altro che cascata con poca acqua!




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