sabato 27 dicembre 2014

. . . Jobs Act, una fabbrica di precarietà!

Il Ronzino non ha mai lavorato in vita sua, se non facesse il politico non saprebbe cosa fare, in realtà non ha un mestiere e la politica come mestiere è la peggio cosa che si possa capitare a chi è governato da simili elementi! Vediamo il perché.

Volevo rammentare alcuni principi base del nostro mondo occidentale e delle società capitalistiche.
Il capitalista, l'industriale o come volete chiamarlo, ha come obiettivo primario quello di massimizzare il profitto. Fin quì nulla di sconvolgente, queste sono le regole del capitalismo e come tali vanno accettate.

Ora il cosidetto Jobs Act prevede una logica di protezioni del lavoratore progressiva ovvero più cresce l'anzianità di lavoro nella stessa azienda più cresce gli oneri e più è protetto dal licenziamento indiscriminato.

Ora vi chiedo: ma se voi foste un industriale cosa fareste per ottimizzare il vostro profitto in merito al personale operaio ed impiegatizio che state usando?

La risposta è facile.
Dopo i tre anni, in cui godo dei sgravi fiscali per i nuovi assunti, li licenzio e ne assumo degli altri per fruire degli stessi vantaggi finora avuti.
Chiaro no?
Chi non si comporterà in questo modo?
Lo faranno tutti perché rientra nella logica dell'ottimizzazione dei profitti quindi perfettamente nella logica di un capitalista che sa fare il suo mestiere.

Insomma il Jobs Act agirà come una fabbrica che produce precariato e questo il Ronzino non lo ha capito perché non ha mai lavorato in vita sua.

Purtroppo chi pagherà a caro prezzo le sue scelte saranno i nostri figli che vivranno in un mondo di precarietà e non potranno mai organizzarsi una vita e una famiglia.
In qualche decennio di una simile procedura l'Italietta sarà ridotta a paese del terzo mondo con i ricchi sempre più ricchi e tutti gli altri in una povertà da terzo mondo appunto.

Catastrofico? Bene vedremo fra qualche lustro come andranno le cose poi giudicheremo!




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